martedì 25 agosto 2015

Il linguaggio segreto tra genitori in presenza dei figli


Dopo una certa età di tua figlia ti rendi conto che se quando suonano alla porta ti scappa detto “Chi sarà? Quel rompip***e del vicino?” poi, alla prima occasione utile, lei dirà proprio a quel vicino: “Il mio babbo ha detto che sei un rompip***e.”
Magari lo dirà proprio mentre gli stai chiedendo di prestarti il suo tagliaerba o quando hai finito le uova e hai promesso ai tuoi ospiti di fare una torta per la serata. Lo farà con aria angelica, senza rendersi conto della gravità di quelle parole. Ma lo farà. Prima o poi. Puoi avere la mano più veloce del mondo ma non riuscirai mai a tapparle la bocca in tempo.
Si sa, i bambini dicono quello che passa loro per la mente e tendono a ripetere quello che hanno sentito dai loro genitori.

Ultimamente quando siamo a tavola, avendo di fronte mia moglie, mi trovo quasi a dover imparare gli ammiccamenti della briscola per raccontarle e commentare qualche avvenimento della giornata. Sembra il gioco Taboo, prima devi cercare di far capire la persona senza nominarla e poi puoi parlarne liberamente.
E non è sufficiente neanche parlare piano. Qualche sera fa avevo abbassato un attimo la voce e subito mia figlia mi ha chiesto: “Perché parli piano?”
E’ necessario uno sforzo di fantasia per i soprannomi, che non siano troppo evidenti, o per giri di parole. Alcune volte succede che ci rendiamo conto di parlare di due cose diverse. Dobbiamo affinare la tecnica.
Arriviamo anche a usare parole in inglese. Magari mia figlia imparasse la lingua le perdonerei anche di farmi fare qualche “incidente diplomatico”.

Avevamo scelto di non mettere la televisione in cucina per avere tempo protetto per parlare insieme a tavola, specialmente in inverno quando ci troviamo tutti insieme a cena dopo gran parte della giornata passata separatamente. Non avevo pensato a questa piccola controindicazione…

mercoledì 12 agosto 2015

L'emozione di un tramonto al mare


Mentre eravamo in vacanza la donna grande della famiglia ha avuto un’idea fantastica:
“Perché stasera non portiamo qualcosa da mangiare al mare e ceniamo in spiaggia aspettando il tramonto?”
Non so chi per primo, tra me e mia figlia, abbia detto “Sììì, daiii!”. Probabilmente all’unisono.
Dopo un pomeriggio di spiaggia affollata abbiamo visto andare via la gente piano piano. 
Noi continuavamo a sguazzare in acqua e a giocare a racchette sulla battigia mentre il sole calava e la luce diventava meno intensa.
Sono rimaste solo un altro paio di famiglie poco lontano da noi. I bambini scorrazzavano approfittando dello spazio disponibile in una spiaggia praticamente deserta, impensabile solo qualche ora prima. Pallonate tirate in piena libertà e con tutta la forza.      
Il tramonto è splendido, emozionante. Colori incredibili moltiplicati dai riflessi sul mare.
Con il sole che si spegneva nell’acqua ci siamo gustati in allegria una cena veloce di fronte a uno spettacolo che ha entusiasmato mia figlia.

sabato 8 agosto 2015

Quelle terribili minacce dei genitori che funzionano solo perché i bambini non sanno che sono irrealizzabili

In spiaggia sento continue minacce dei genitori per far uscire i bambini dall'acqua. Un classico. Dopo l'ennesimo “ultimo tuffo e arrivo”, che non è mai veramente l'ultimo, l'arma utilizzata è quella della prospettiva di un castigo imminente.
Esci, altrimenti poi non ti compro il gelato!” per chi punta sull'aspetto goloso.
Esci, altrimenti poi ti senti male” per chi punta sulla salute.
Esci, altrimenti poi vedrai” per chi vuole lasciare all'immaginazione dei figli.
I più disperati sfruttano la strategia del terrore e arrivano a usare minacce che suonano terribili solo perché i bambini non sanno che sarebbero irrealizzabili.
Esci, altrimenti torniamo subito a casa!”.
Mi immagino chi magari ha fatto più di cinque ore di auto, lasciando l'asfalto bollente della città, per arrivare in una località di mare per le sue sole due settimane di ferie estive.
Io li sento e rido sotto i baffi. Quasi quasi vado lì e spiffero la verità ai bambini.
Poi guardo mia figlia saltare a riva sulle onde, penso che tra poco dovrò dirle che è ora di venire ad asciugarsi e prevale su tutto la solidarietà tra genitori.