giovedì 17 dicembre 2015

La colpa morì fanciulla

Recentemente mia figlia ha riscoperto il suo carillon con luci che cambiano colore che da piccola le mettevamo vicino alla culla al momento della nanna. Le è piaciuto così tanto che adesso vuole tenerlo accanto al lettino.
Qualche sera fa ci stava giocando, in un modo un po’ improprio, tirandolo sul parquet della cameretta. L’ho avvertita di non farlo perché poteva rompersi. Lei ha continuato e, dopo l’ennesimo lancio, di colpo ha smesso di suonare e fare le luci colorate. Delusissima mi ha guardato imbronciata. Visto che il mio sguardo non lasciava dubbi su quello che stavo pensando, ha iniziato giurare e spergiurare: “Non è colpa mia!!!
“Come non è colpa tua?” le ho chiesto. “Chi è che lo stava lanciando nonostante avessi detto che si sarebbe rotto.”
“No, non è colpa mia!!!” sosteneva in modo così sicuro senza alcun tentennamento che avrebbe convinto qualsiasi giuria di un tribunale.
Io non cedevo dalla mia posizione. Così è arrivato d’improvviso il suo colpo di genio.
Non è colpa mia, è stato il mio cervello a dirmelo!!!

C’è un modo di dire toscano che usava spesso mia nonna:
La colpa morì fanciulla, perché nessuno la voleva.
Quanta verità in poche parole…      

giovedì 10 dicembre 2015

Il mia favola “Antonella vuole diventare bella” in versione flip-book

La mia favola “Antonella vuole diventare bella” esce in versione flip-box sfogliabile su tablet e smartphone, disponibile gratuitamente attraverso questo link.
 
Sulla bellezza spiegata ai bambini, vi suggerisco la lettura del mio post scritto per il portale mamme.it "Spiegare a mia figlia di cinque anni cosa significa essere bella"
 
E, come dico sempre, se ci fosse qualche editore con una vena di follia… 

giovedì 3 dicembre 2015

Mia figlia e le spiegazioni della cacca (per non parlar di chef stellati e di Elio e le Storie tese)


"Luca Cava" a San Gusmé (SI)
Qualche sera fa, a cena, stavamo cercando di elogiare le proprietà delle verdure a mia figlia, ultimamente refrattaria al colore verde.
“Le verdure ti fanno crescere, ti danno energia, ti forniscono la forza per fare tutti gli esercizi di ginnastica… eccetera, eccetera…”
Mia figlia rimaneva poco convinta e, in silenzio, sembrava rimuginare qualcosa. Probabilmente non le tornava il ragionamento sull’importanza di quello che mangiamo. Quasi potevo sentire le rotelline degli ingranaggi nella sua testa.
Al termine di qualche sua riflessione interiore volle condividere con noi il risultato:
Ma poi diventa tutto cacca!
Come spesso accade avendo a che fare con i bambini, soffocai la risata spontanea, e cercai di dare una spiegazione al suo ragionamento che, tra l’altro, filava. 
Così, come in una puntata di Quark, abbiamo cercato di spiegarle che, quando mangiamo qualcosa, una parte serve per il nostro benessere e un’altra parte viene gettata. E’ la stessa operazione che facciamo quando sbucciamo una banana, buttiamo la buccia e mangiamo il contenuto.  
Sorridevo dentro di me pensando a tutte le elucubrazioni degli chef stellati, che vanno tanto di moda in questi anni, che dissertano e si accapigliano sul giusto equilibrio dei sapori, sulla sapidità di un piatto, sul retrogusto di una portata che richiama e libera decine di odori e sapori o li soffoca, sul perfetto grado di cottura e di panatura. Meglio non ricordare loro che tutto è destinato a fare quella fine.
E poi, i miei anni di gioventù hanno riportato alla mia mente la famosa canzone di Elio e le Storie Tese che parla di “un dirigibile marrone senza elica e motore dentro di me”…